3 + 5 + 3 + 5 + 3+ 2=21.
Woooowww, non mi ero mai fermata a contarli. 21 anni ma anche 22 passati tra banchi di scuola e università. È così lungo il tempo perché ho contato tutto, anche l’asilo. Ora credo si chiami scuola dell’infanzia, o no?
Non tornerei indietro mai, la cosa bella è sempre andare avanti: se così non fosse non avrei scelto questo nome con Giulia, Move on*.
È stato bello.
E questa riflessione non sarà una critica a questi 22 anni ma un invito.
Cari insegnanti, perché non cambiamo le domande?
Tante volte mi avete chiesto: qual è il tuo metodo di studio?
Perché non ci chiedete: tu come impari, dove impari, con chi impari?
La persona da cui ho imparato di più nella mia vita è stata mia nonna Nella. Era arrivata fino alla quinta elementare.
E leggeva, le piacevano un sacco Oriana Fallaci e Susanna Tamaro. E voleva imparare.
Quando ero a casa sua, mi chiedeva di leggere ad alta voce tutto quello che studiavo perché voleva sapere, conoscere e mi riempiva di domande.
La sfida più difficile era rendere comprensibile tutte le materie dei miei diversi pomeriggi di studio. E quando mi diceva: “questo è un po’ contorto”, riprovano fin quando non era chiaro. Perché se era “contorto” per lei, non era chiaro nemmeno per me.
Imparo leggendo, ascoltando, facendo domande (tante), imparo con gli altri, imparo con un esempio, imparo se ho accanto qualcuno che mi ascolta.
Tante volte, avete fatto in modo che ci chiedessimo tra di noi (vostri alunni): e tu che voto hai preso?
Perché non ci chiediamo: questa volta che abbiamo imparato?
Ho imparato che Antigone è una storia di resistenza e che giustizia e legalità non sempre sono uguali. Ho imparato che un gruppo di giovani se si sentono liberi (nel senso etimologico, figli, membri di una comunità) possono cambiare il senso della storia.
Ho imparato che attraverso la filosofia nascono domande che rendono uomini e donne abbastanza grandi per essere all’altezza dei propri sogni (e realizzarli).
Cari insegnanti perché ci chiedete di non essere scolastici?
Quando potreste chiederci la nostra interpretazione della storia, della letteratura, della filosofia.
Perché ognuno tra quei banchi e potrebbe scoprire chi è e non ripetere “solo” cosa “è stato” perché la conoscenza è un mezzo non un fine. Ci aspettano ancora terre inesplorate e vogliamo voi al nostro fianco per percorrere tutto quello che non conosciamo.
Vogliamo fare questo viaggio insieme ? Move on*
A cura di Carla Filannino